Segretario Nazionale Fesica-Confsal Settore Ceramico, Letizia Giello

Laureatasi in lettere classiche presso l’Università degli Studi di Bologna, è stata docente dal 1985 presso l’ITAS “Selmi” di Modena, scuola di massima sperimentazione, prima all’ indirizzo biologico, poi a quello linguistico.

Dal 1999 ad oggi si è dedicata al sindacato, prima nella federazione della scuola Snals-Confsal, occupandosi di Centinaia di Precari della scuola, e poi anche nella Confederazione.

Confsal, la grande CASA dei sindacati autonomi, è per rappresentatività Terza nel Pubblico Impiego e Quarta nel Privato Impiego, ricoprendo in essa cariche a livello regionale e nazionale, tra cui componente della Segreteria Generale e del Consiglio Generale.

Dal 2011 è Consigliera Nazionale del “Comitato Nazionale per l’attuazione dei principi di parità di trattamento ed uguaglianza tra lavoratori e lavoratrici del Ministero del lavoro”.

Nel 2011 fonda la federazione Fesica-Confsal, settore ceramico, di cui è segretario nazionale, nel cui ruolo ha firmato con Confindustria Ceramica ben 3 CCNL del settore (l’ultimo del 26 novembre 2020, con validità 2020-giugno 2023).

Dal 2004, venuta in contatto con Haral Ege, il sociologo tedesco portatore in Italia del fenomeno del mobbing, fonda il “Centro Antimobbing Rodolfo Degoli”, divenuto poi un’associazione per la promozione sociale (APS), che in 18 anni ha aiutato centinaia di lavoratrici e lavoratori – “profondamente provati” – ad uscire  dal disagio lavorativo e dallo stress lavoro-correlato.

Letizia Giello ha sempre dedicato la sua attività sindacale principalmente ai bisogni delle lavoratrici donne, con particolare attenzione alle lavoratrici madri e al loro bisogno di conciliare i tempi della vita e i tempi del lavoro, considerando la donna portatrice di un prezioso valore aggiunto nello svolgimento delle proprie mansioni sul posto di lavoro, dati “i numerosi fronti aperti” a cui ella si dedica nella giornata: figli, famigliari, ammalati…

Serve – a suo dire- una grande alleanza fra le donne, perché esse possano conseguire risultati duraturi nelle pari opportunità e nel campo della parità retributiva a pari mansioni con il lavoratore uomo.